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Tariffe Notaio per Successione: Onorario, Imposte e perché farla dal notaio

Le tariffe notaio per la successione sono un argomento importante nell’ambito del diritto familiare. L’Agenzia delle Entrate, infatti, non si dimentica dei cittadini nemmeno quando passano a miglior vita.


La successione è la procedura giuridica attraverso la quale un patrimonio viene trasferito dal defunto ai suoi eredi, i quali sono obbligati a dichiarare tale patrimonio e a versare le relative imposte, se necessario. Di fatto, attraverso la dichiarazione di successione si provvede a comunicare all’Agenzia delle Entrate il subentro degli eredi nel patrimonio del defunto nonché l’ammontare e la composizione del patrimonio ereditario, così da rendere possibile il calcolo delle imposte eventualmente da pagare.


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Qual è l’onorario del notaio per una successione?


Un listino prezzi notaio ufficiale, di fatto, non esiste più dal 2012, anno in cui è stata abrogata la norma relativa ai tariffari notarili. Di conseguenza, ogni pubblico ufficiale può scegliere in totale libertà l’onorario per quelle operazioni per le quali è richiesta la sua consulenza.


In genere, il notaio determina la propria parcella in base al valore del patrimonio che andrà trasferito dal defunto agli eredi. Se il patrimonio è inferiore ai 100.000 euro, il notaio potrebbe chiedere un onorario variabile dai 300 ai 1500 euro. Chiaramente, anche l’area geografica in cui il notaio opera e altri fattori possono condizionare le tariffe della successione.


Quali sono le imposte da pagare per una successione?


Ogni atto si accompagna, in genere, al versamento di alcune imposte. Del resto, il notaio agisce come sostituto d’imposta e, nel caso in cui si opti per affidare ad un pubblico ufficiale la dichiarazione di successione, sarà il notaio stesso ad incaricarsi di riscuotere le imposte, per poi provvedere a versare all’Erario le somme dovute.


L’imposta di successione viene calcolata come differenziale tra attivo e passivo patrimoniale. Per attivo patrimoniale ci riferiamo all’intera gamma di disponibilità ricevute dagli eredi, vale a dire:


  • Immobili;
  • Liquidità;
  • Titoli;
  • Beni materiali (gioielli, oro etc.).


Il passivo patrimoniale comprende, invece, gli eventuali debiti accumulati dal defunto, insieme alle spese mediche degli ultimi sei mesi di vita di quest’ultimo e delle spese funebri.


L’imposta di successione ha caratteristiche piuttosto simili all’imposta di donazione. Vengono, infatti, privilegiati i rapporti familiari. Esiste una franchigia di € 1.000.000 (per genitori, figli e nipoti) al di sotto della quale non è prevista l’imposta di successione. Soltanto nel caso in cui venga superata questa franchigia, l’imposta è del 4% sull’eccedenza della franchigia stessa.


Tale soglia si abbassa a 100.000 euro in caso di passaggi tra fratelli e sorelle. In caso di superamento di tale franchigia, l’imposta è del 6%, calcolata sempre sulla parte eccedente.


Per tutti gli altri parenti fino al quarto grado l’imposta rimane del 6% ma viene a mancare la soglia dei 100.000 euro prevista per fratelli e sorelle. Per parenti oltre il quarto grado e per altri soggetti l’aliquota è dell’8%.


Il pagamento dell’imposta di successione avviene tramite il modello F24. In caso di importi elevati, è possibile ricorrere ad una rateizzazione su base trimestrale.


Nel caso in cui il patrimonio trasferito agli eredi preveda degli immobili, sarà necessario procedere all'autoliquidazione delle seguenti imposte:

  • Imposta ipotecaria (calcolata sul 2% del valore dell'immobile, con importo minimo di 200.000 euro);
  • Imposta catastale (calcolata sull'1% del valore dell'immobile, con importo minimo di 200.000 euro);
  • Imposta di bollo (85 euro);
  • Tassa ipotecaria (90 euro);
  • Tributi speciali ipotecari (necessario guardare alla tabella A del D.L. 31 luglio 1954, n. 533).


Nell'ambito delle imposte ipotecarie e catastali, la legge stabilisce la possibilità, per gli immobili coincidenti con la prima casa, di usufruire, anche in caso di successione, delle agevolazioni previste.


Cos’è la dichiarazione di successione?


È il documento da presentare all’Agenzia delle Entrate competente entro un anno dall’apertura della successione. La dichiarazione può essere sottoscritta soltanto da un erede, nonostante tutti gli eredi siano responsabili in solido rispetto al pagamento delle imposte. 


Nella dichiarazione vanno indicate sia le attività che le passività ereditarie nonché tutti gli elementi indicati dalla normativa vigente in materia, vale a dire il Decreto Legislativo 346/1990. In generale, la dichiarazione di successione può essere presentata da:


  • Eredi;
  • Legatari;
  • Rappresentanti legali degli eredi o dei legatari;
  • Amministratori dell’eredità;
  • Soggetti immessi nel possesso dei beni;
  • Curatori dell’eredità giacente.


Per Agenzia delle Entrate competente s’intende quella nella cui circoscrizione aveva l’ultima residenza il soggetto defunto. In caso di decesso all’estero, l’ufficio competente è quello relativo all’ultima residenza italiana conosciuta.


Dal 1° gennaio 2019 la dichiarazione di successione va inviata esclusivamente in modalità telematica, in via diretta o attraverso un intermediario abilitato.


Quando non è obbligatorio presentare la dichiarazione di successione?


Si può essere esonerati dall’invio della dichiarazione di successione nel caso in cui l’eredità sia devoluta al coniuge o a parenti in linea retta, la base imponibile abbia un valore non superiore a 100.000 euro e nel patrimonio non siano presenti beni immobili né tantomeno diritti reali immobiliari.


Titoli di Stato, TFR, polizze vita, aziende o rami di aziende (a determinate condizioni) non vanno conteggiati nel valore complessivo dell’eredità.


Perché è importante fare la dichiarazione di successione dal notaio?


È giusto chiarire che non c’è l’obbligo di incaricare un notaio per la redazione di una dichiarazione di successione. Si tratta, infatti, di un adempimento di carattere fiscale che può essere effettuato anche in modo autonomo, qualora se ne abbiano le capacità. Il notaio potrebbe, però, essere di grande aiuto, soprattutto nei casi di successione per testamento.


Prima di predisporre la successione, il notaio è tenuto ad effettuare tutte le dovute verifiche presso gli uffici competenti. Dovrà, infatti, accertarsi dell’assenza di qualsiasi vincolo di natura pregiudizievole nonché identificare in modo esatto i beni, soprattutto a livello catastale.


In sostanza, il notaio è in grado di gestire l’intera filiera della dichiarazione di successione, ben consapevole di tutti gli adempimenti e i controlli da effettuare sia prima che dopo la dichiarazione. È il professionista più competente in materia. 


Di conseguenza, in circostanze del genere, è fondamentale rivolgersi ad un notaio per avere una panoramica completa dell’iter e dei costi da sostenere, anche in vista di eventuali atti successivi alla dichiarazione che gli eredi vorrebbero effettuare.


È bene interfacciarsi con il notaio anche per quanto concerne la documentazione da esibire ai fini della stipula dell’atto. Infatti, a seconda del caso specifico, i documenti potrebbero variare.


In generale, rivolgersi ad un notaio è consigliato in tutti quei casi in cui lo stato patrimoniale del defunto sia piuttosto complesso o scarsamente conosciuto dagli eredi.


Per maggiori informazioni puoi richiedere un preventivo notaio sul nostro sito www.prezzinotaio.it. La procedura è molto semplice. Ti basterà selezionare l’opzione “Successione” dal menù in cui sono presenti i vari atti e scegliere la provincia di riferimento. Entro 24 ore riceverai un preventivo senza impegno circa i costi da sostenere per la dichiarazione di successione.

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