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Strategie per far risparmiare gli eredi sul testamento

Quando si prende in considerazione la possibilità di scrivere un testamento potrebbe essere opportuno valutare attentamente la situazione ed effettuare una suddivisione del patrimonio che possa soddisfare tutti gli eredi. Nella pratica ciò non sempre avviene con facilità, anche a causa del fatto che alcuni beni, per loro natura, non sono facilmente divisibili. Pensiamo ad un testatore che vuole lasciare ai suoi figli la cifra di 180.000 euro, soldi magari frutto dei risparmi di una vita. In questo caso, suddividere le quote da attribuire ad ogni erede è abbastanza semplice perché parliamo di un bene divisibile.


La situazione è più complessa quando sono coinvolti beni non divisibili oppure quando i beni in questione hanno un valore economico differente. Pensiamo, ad esempio, al caso di un genitore che debba lasciare in eredità tre immobili ad altrettanti figli. È facilmente ipotizzabile che i tre immobili possano avere un valore di mercato differente. Nonostante ciò, il testatore potrebbe fare in modo di indicare nel testamento a chi andrà ognuno dei tre immobili.


C'è una questione importante da considerare e che riguarda le cosiddette quote di legittima. Ogni erede legittimo ha, infatti, diritto ad una quota minima di eredità. Questo significa che potenzialmente il testatore non può disporre in maniera libera del suo intero patrimonio né tantomeno può escludere dall'eredità uno o più soggetti che, per legge, hanno diritto a prendere parte alla comunione ereditaria.


Tutto ciò ci porta ad una riflessione: fare un testamento è un atto di grande responsabilità ed è fondamentale muoversi con cautela e coscienza, anche alla luce dei rapporti familiari tra il de cuius e gli eredi nonché tra gli eredi stessi. Fare testamento da solo espone il testatore al rischio che non vengano rispettate le disposizioni di legge. Pertanto, il consiglio è di parlare con un notaio e chiedere una consulenza notarile. Il pubblico ufficiale, infatti, avrà il compito di dare suggerimenti su come scrivere un testamento evitando di ledere le quote di legittima degli eredi.


L'obiettivo di chi scrive un testamento deve essere anche quello di minimizzare i costi che gli eredi dovranno sostenere per l'accesso all'eredità. Infatti, è doveroso essere al corrente del fatto che, indipendentemente dalla tipologia di successione (legittima o testamentaria), gli eredi dovranno, a seguito dell'apertura della successione, farsi carico della dichiarazione di successione, adempimento fiscale per il quale si ha a disposizione un anno dal decesso del testatore.


Una buona pianificazione successoria potrebbe ridurre le spese a carico degli eredi ed evitare anche possibili querelle legali. Del resto, bisogna considerare che, nel caso in cui il testamento andasse a ledere le quote di legittima, non ci sarebbe un annullamento automatico dello stesso. Dovranno, infatti, essere gli eredi a adire le vie legali per esercitare l'azione di riduzione


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Possibili strategie per ridurre i costi a carico degli eredi


Oltre ad un notaio, in alcuni casi potrebbe essere utile, prima di scrivere un testamento, usufruire dei servizi di un consulente finanziario. Ci sono, infatti, beni che non sono soggetti all'imposta di successione. Pensiamo, ad esempio, alle polizze vita ma anche a titoli di stato, buoni, titoli di risparmio postale etc. Bisogna, però, conoscere bene questi strumenti in quanto non sempre gli stessi garantiscono un rendimento sicuro. Alcuni di essi, infatti, presuppongono un vero e proprio investimento da parte del futuro testatore, con tutti i rischi legati a potenziali perdite che potrebbero verificarsi e che, in tal caso, andrebbero a danneggiare gli eredi. Infatti, chi accetta un'eredità subentra non solo nei beni di proprietà dell'erede ma anche negli eventuali debiti presenti.


C'è chi potrebbe pensare che possa essere conveniente, in termini di costi, non fare testamento. In realtà, anche una successione legittima espone gli eredi a delle spese. Certo, l'assenza di testamento annulla il rischio che possano sorgere delle controversie legali in quanto la suddivisione dell'eredità va effettuata tenendo conto delle disposizioni di legge attualmente vigenti. Tra l'altro, nel nostro Paese molto spesso c'è ancora una certa riluttanza a parlare di eredità. Si tende a rimandare la problematica o ad affrontarla soltanto quando si ha la consapevolezza di avere poco tempo a disposizione.


Sta di fatto che anche la tipologia di testamento che viene effettuata può rivelarsi importante ai fini di garantire un risparmio dei costi agli eredi. Un testamento olografo, cioè scritto di proprio pugno dal testatore, è certamente più rischioso nella misura in cui non solo è più facile che il documento possa andare perduto ma anche perché potrebbe essere più complicato riuscire a rispettare i requisiti previsti dalla legge in materia di quote legittime.


Al contrario, un testamento pubblico cioè redatto dal notaio sotto la dettatura del testatore, se da un lato espone quest'ultimo a dei costi notarili, dall'altro è senza dubbio molto più sicuro. È vero che la redazione del testamento deve tenere conto delle volontà del testatore ma è altrettanto vero che il notaio non potrà esimersi dal mettere il testatore al corrente dai rischi di impugnazione che si incorrono qualora non vengano rispettate le quote di eredità che per legge spettano agli eredi legittimi.


Un'altra strategia per provare a risparmiare potrebbe essere quella di suddividere ed attribuire i vari beni agli eredi all'interno del testamento. In questo modo, infatti, si evita che gli eredi diventino titolari di comunione ereditaria. La comunione ereditaria, infatti, comporterebbe un ulteriore passaggio, noto come divisione ereditaria. L'atto di divisione potrebbe essere disposto dal giudice oppure, su richiesta di quest'ultimo, perfezionato dinanzi ad un notaio. L'atto notarile di divisione renderebbe necessario il sostenimento di spese come l'onorario del pubblico ufficiale e le imposte associate all'operazione da svolgere.

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