Il notaio è una figura che può giocare un ruolo molto importante, spesso decisivo, nella gestione delle successioni. Si tratta di questioni che possono coinvolgere più persone (ad esempio il coniuge oppure i figli) a seguito del decesso di una persona. La presenza di un professionista specializzato in diritto familiare in alcuni casi è imprescindibile, nel senso che è proprio la legge ad imporla. Ci sono, però, circostanze nelle quali il notaio potrebbe ricevere apposito incarico, anche quando non obbligatorio per legge.
Per giunta, si tratta di un lavoro complesso anche in considerazione del fatto che la famiglia si trova a trascorrere un periodo particolarmente delicato, in virtù del decesso di un proprio familiare. Dunque, è importante muoversi anche con una certa cautela. A tutto ciò si aggiunge la complessità del diritto in tema di successione. In questo articolo andremo a vedere come funziona la dichiarazione di successione.
In ogni caso, vale la pena specificare sin da subito che, in materia di successione, non è possibile parlare di un vero e proprio atto notarile, come avviene ad esempio con le compravendite immobiliari (rogito) oppure con le donazioni (atto di donazione). L'atto notarile viene, spesso, scambiato con la dichiarazione di successione ma quest'ultima è e rimane soltanto un adempimento richiesto dal Fisco.
Partiamo da una semplice considerazione. Esistono due tipologie di successione: legittima e testamentaria. Si parla di successione legittima quando, in seguito alla morte di una persona, si procede a trasferire il suo patrimonio ai discendenti diretti o, in alternativa, ai parenti ascendenti. La successione si definisce testamentaria quando il defunto, prima di passare a miglior vita, ha provveduto a redigere il testamento. Si tratta di un documento che riporta le volontà del defunto rispetto a come andrà gestito il suo patrimonio dopo la sua morte.
È sempre necessario rivolgersi ad un notaio quando la successione è testamentaria. Nello specifico, c'è bisogno di questa importantissima figura professionale sia per la redazione del testamento sia per l'apertura dello stesso dopo la morte del testatore. Ricordiamo che, indipendentemente dal contenuto del testamento, gli eredi legittimi hanno comunque diritto ad una quota di eredità.
La figura del notaio è molto importante anche per la gestione della burocrazia legata alle successioni. In primo luogo, è doveroso sapere che, entro un anno dal decesso, è necessario trasmettere all'Agenzia delle Entrate la dichiarazione di successione. Anche in tal senso il notaio può rivelarsi molto utile. Redigere la dichiarazione di successione potrebbe essere non molto semplice, soprattutto se non si dispongono di particolari competenze in materia.
Tra l'altro, la questione rischia di diventare ancora più complessa se tra i beni da inserire nella dichiarazione di successione figurano anche immobili. In questo caso, infatti, potrebbe essere necessario effettuare opportuni controlli anche a livello catastale. Va, comunque, detto che la successione è e rimane un adempimento esclusivamente fiscale, pertanto non vige l'obbligo di rivolgersi ad un notaio.
Oltre a supportare gli eredi nella compilazione della dichiarazione di successione, il notaio è a disposizione anche per la redazione del prospetto di autoliquidazione delle imposte e per tutto ciò che concerne il pagamento delle tasse associate a tale adempimento. Qualora gli eredi decidano di avvalersi della consulenza notarile, il notaio si occuperà anche della registrazione della dichiarazione presso l'Agenzia delle Entrate.
Accettare un'eredità significa subentrare al defunto non soltanto nella gestione dei beni da questi posseduti ma anche in quella relativa alla presenza di eventuali debiti. Nessuno è obbligato ad accettare un'eredità. Se, però, s'intende rifiutarla è necessario rivolgersi ad un pubblico ufficiale (cancelliere del Tribunale oppure il notaio), il quale rilascerà l'apposita documentazione attestante la volontà da parte dell'erede o degli eredi di rinunciare all'eredità.
La legge, però, ammette anche un'altra possibilità, vale a dire accettare sì l'eredità ma con il cosiddetto beneficio d'inventario. Si tratta dell'opportunità di rispondere circa eventuali debiti del defunto non con il proprio patrimonio personale ma con un importo rapportato al valore dei beni ricevuti in eredità.
È del tutto lecito chiedersi a chi spetta il pagamento delle spese legate alla dichiarazione di successione e dell'eventuale onorario del notaio, qualora si opti per questa soluzione. Chiaramente, sono gli eredi a farsi carico di queste spese. Ogni erede dovrà contribuire al pagamento delle spese in base alla propria quota di eredità.
Il notaio avrà bisogno di diversi documenti affinché questi possa procedere a predisporre la dichiarazione di successione. In primo luogo, bisognerà fornire il certificato di morte del defunto. Il notaio avrà, inoltre, bisogno dei documenti anagrafici sia del defunto che di tutti gli eredi, vale a dire documento d'identità e codice fiscale. Se la dichiarazione di successione coinvolge anche beni immobili, sarà necessario fornire la copia dell'atto notarile che testimonia la provenienza dell'immobile. Qualora l'immobile sia stato ricevuto per donazione o successione, serve la copia dell'atto di donazione o quella della dichiarazione di successione.
Non finisce qui. È necessario inserire nella dichiarazione di successione anche libretti postali, conti correnti e altri titoli intestati al defunto. A tal proposito, gli eredi potranno richiedere presso un ufficio postale o presso la banca la dichiarazione di consistenza o dichiarazione di credito o più semplicemente la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. Non è necessario inserire nella dichiarazione di successione i veicoli intestati al defunto ma, in tal senso, bisognerà effettuare un'apposita procedura presso il Pubblico Registro Automobilistico (PRA).
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