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Legato in conto di legittima

Il legato è uno strumento che il testatore può utilizzare per attribuire un bene o un diritto ad un erede, in aggiunta o in sostituzione dell'eredità. Si parla di legato in sostituzione di legittima quando al beneficiario del legato viene offerta la possibilità di ricevere un bene o un diritto in sostituzione della sua quota ereditaria. Diverso è, invece, il caso del legato in conto di legittima. In tal caso, infatti, il testatore sceglie di assegnare un bene ad un erede, in aggiunta all'eredità già a questi spettante.


legato in conto di legittima


Caratteristiche del legato in conto di legittima


È possibile attribuire un legato in conto di legittima a una persona riconosciuta come erede del testatore. Lo statuto di erede potrebbe essere acquisito per una decisione del testatore, il quale lo ha espressamente menzionato nel testamento, o sulla base delle norme in materia di successione legittima. Infatti, indipendentemente dal fatto che sia presente o meno un testamento, la legge riconosce non solo lo statuto di erede ma anche una quota minima di eredità alle persone che godono di un legame parentale più forte, con la possibilità di arrivare fino al sesto grado di parentela.


Il soggetto destinatario di un legato può scegliere se accettare o rifiutare il legato. Qualora il legato venga rifiutato e il beneficiario fosse stato escluso dall'eredità, è possibile esercitare l'azione di riduzione per fare in modo che venga comprovato il suo statuto di erede. E se il legato viene accettato? In questo caso ci si chiede cosa cambia rispetto all'attribuzione delle quote di legittima. In tal senso, vanno descritte le due opzioni possibili:


  • Legato con dispensa da imputazione;
  • Legato senza dispensa da imputazione.


Il legato con dispensa da imputazione presuppone che l'accettazione del legato non vada a gravare sul calcolo della quota di legittima. In sostanza, attraverso il legato in conto di legittima con dispensa da imputazione, il testatore può scegliere di attribuire uno o più diritti al legatario, evitando di escludere quest'ultimo dalla successione. Ciò vuol dire che, in sostanza, il legittimario può accettare il legato e, al tempo stesso, agire in riduzione per far sì che gli venga riconosciuta per intero la quota di legittima ad egli spettante.


Qualora non venga espressamente manifestata la volontà del testatore, si presuppone che il legato sia senza dispensa da imputazione. Ciò implica la necessità per il legittimario di considerare quanto ricevuto a titolo di legato nei termini della legittima. In tal caso, il legittimario può agire per riduzione soltanto nel caso in cui il valore del legato sia inferiore rispetto alla quota di legittima.


Legato in conto di legittima ed eredità


C'è un'altra importante questione da affrontare, ovvero il caso che prevede l'assegnazione del legato ad un soggetto che, per legge o per testamento, è stato istituito come erede. Dal punto di vista giuridico, un legato effettuato in favore di un coerede ma che va a gravare sull'intera eredità viene definito prelegato. Se non diversamente previsto dal testamento, il legato effettuato in favore di un erede è sempre un prelegato.


Facciamo un esempio. Poniamo che Antonio abbia lasciato ai suoi due figli (Vincenzo e Marco) un patrimonio ereditario di 100.000 euro, da suddividere in parti uguali. Poniamo, però, che Antonio abbia legato a Vincenzo un bene di 20.000 euro. Quale sarà la quota d'eredità che spetterà a Vincenzo e a Marco? Se il legato insiste sull'intera eredità, graverà per 10.000 euro su Vincenzo e per 10.000 euro su Marco. Di conseguenza, Vincenzo erediterà un patrimonio pari a 60.000 euro (50.000 euro dell'eredità + 10.000 euro del legato) mentre Marco erediterà un patrimonio di 40.000 euro.


Potrebbe, invece, verificarsi l'ipotesi di legato che non va a gravare sul beneficiario. In questo caso, il legato potrebbe gravare soltanto su un erede, su un legatario oppure su alcuni eredi. Questa opzione consente al testatore di aggiungere il legato alla quota ereditaria che al beneficiario spetta in base al testamento. Anche in questo caso un esempio può facilitare la comprensione. Poniamo che Arturo abbia lasciato ai suoi tre figli (Francesco, Giuseppe e Paolo) un patrimonio di 90.000 euro, da suddividere in parti uguali, e che abbia legato a Francesco un terreno del valore di 20.000 euro, ponendolo però a carico di Paolo e Giuseppe.


Come viene suddivisa l'eredità in questo caso? A Francesco spetterà un'eredità del valore complessivo di 50.000 euro (il valore del legato di 20.000 euro + i 30.000 euro dell'eredità). Giuseppe e Paolo, sui quali grava il legato, avranno invece diritto ognuno ad un'eredità di 20.000 euro (30.000 euro dell'eredità meno i 10.000 euro del legato che grava su ognuno dei due).


C'è un'ultima opzione da considerare: legato in conto di legittima che va a gravare soltanto sul beneficiario. Il testatore potrebbe dare disposizioni specifiche affinché il bene legato non vada ad aggiungersi alla quota d'eredità che spetta all'erede. Potremmo considerare lo stesso esempio di prima per comprendere in che modo, in questa circostanza, verrebbe suddivisa l'eredità.


Lo scenario è, dunque, il medesimo, vale a dire Arturo che lascia a Francesco, Giuseppe e Paolo un patrimonio di 90.000 euro da suddividere in parti uguali, con l'aggiunta di un legato per Francesco pari a 20.000 euro e che grava proprio su quest'ultimo. In tal caso, Giuseppe e Paolo riceveranno un'eredità complessiva di 30.000 euro cadauno. Stesso importo anche per Francesco, sul quale grava per intero il legato.


Legato in conto di legittima e rinuncia all'eredità


È necessario un passaggio anche sul rapporto che viene a crearsi tra un legato in conto di legittima e l'eventuale decisione da parte dell'erede/legittimario di rinunciare all'eredità. La legge, infatti, riconosce a chi viene designato erede per successione legittima o testamentaria la possibilità di rifiutare l'eredità. Il beneficiario del legato, però, potrebbe senza alcun problema rifiutare l'eredità e accettare il legato.


Le vicende ereditarie e le norme ad esse legate possono essere abbastanza complesse. Ecco perché è consigliabile, in caso di dubbi, rivolgersI ad un notaio. Chi meglio di un notaio dispone, infatti, delle competenze in un ambito così articolato come quello del diritto familiare per offrire consigli sia a chi dovesse trovarsi nella posizione di voler fare un legato o in quella di riceverla.

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