Per divisione ereditaria s'intende quell'attività necessaria ai fini dello scioglimento della comunione ereditaria. Si parla di comunione ereditaria quando un'eredità viene trasmessa dal de cuius, cioè dal soggetto della cui successione si parla, a più eredi. Sui beni oggetto dell'eredità, indipendentemente dalla natura e tipologia degli stessi, potrebbero infatti aver maturato diritti diversi eredi contemporaneamente (ad esempio, il coniuge e i figli). Vale la pena specificare che l'eredità comprende non solo i beni del defunto ma anche le eventuali passività cioè i debiti contratti in vita e, alla morte del de cuius, non ancora saldati, in tutto o in parte.
A questo punto è importante comprendere, anche da un punto di vista operativo, cosa bisogna fare affinché ognuno degli eredi possa avere accesso alla propria quota ereditaria. In realtà, la procedura da mettere in atto è proprio lo scioglimento della comunione. Appare, però, utile precisare che gli eredi possono avvalersi di un'ulteriore possibilità e cioè cedere la propria quota ad altri eredi oppure a soggetti terzi. L'importante è rispettare il cosiddetto diritto di prelazione, che impone l'obbligo di mettere al corrente gli altri eredi della volontà di cedere la quota. Ciò in quanto i coeredi potranno acquistarla, esercitando per l'appunto il diritto di prelazione. In mancanza di accettazione, il coerede potrà vendere la quota anche a soggetti che non fanno parte della comunione ereditaria.
Esistono tre tipologie di divisione ereditaria:
La divisione ereditaria testamentaria è quella effettuata dal de cuius nel suo testamento. A sua volta la divisione ereditaria testamentaria può essere semplice e qualificata. La divisione ereditaria è semplice quando il testatore, in fase di redazione del testamento, determina le regole che andranno rispettate ai fini della futura suddivisione dei beni tra gli eredi. La divisione ereditaria è qualificata quando il testatore, oltre a fissare le regole per la spartizione dei beni, attribuisce in maniera specifica i beni agli eredi. In questa circostanza, all'apertura della successione, non vi sarà comunione ereditaria. Infatti, poiché i beni vengono assegnati direttamente agli eredi, non ci sarà alcuna comunione sugli stessi.
In assenza di testamento o nel caso in cui il testamento sia presente ma manchino indicazioni rispetto all'attribuzione specifica dei beni, saranno gli eredi a dover provvedere alla divisione, scegliendo tra la divisione contrattuale e giudiziale.
Nella divisione ereditaria contrattuale o amichevole gli eredi giungono ad un accordo circa le modalità di suddivisione dell'eredità. Affinché sia valido, questo accordo richiede il rispetto di alcune formalità previste dal nostro ordinamento. Deve, infatti, essere redatto in forma scritta, firmato da tutti i coeredi e trascritto. Qualora queste disposizioni non vengano rispettate, il contratto è considerato nullo e, dunque, privo di qualsiasi valore giuridico.
La divisione ereditaria giudiziale si ha quando tra gli eredi non è stato possibile giungere ad un accordo amichevole. Può essere ordinaria o congiunta. La divisione ordinaria può essere avviata da qualsiasi coerede che, in assenza dell'accordo con gli altri eredi, decide di ricorrere al tribunale. La divisione ereditaria giudiziale è congiunta quando viene mossa da tutti gli eredi i quali, pur trovando un accordo su alcuni punti, necessitano della decisione di un giudice per risolvere in via definitiva la questione e procedere, poi, con la divisione.
In primo luogo, bisogna formare la massa ereditaria attraverso la cosiddetta collazione ereditaria, un atto attraverso il quale gli eredi riuniscono ai beni lasciati dal defunto anche le donazioni fatte in vita. In questo modo, è possibile ricostruire l'intera massa ereditaria del de cuius. Una volta calcolata la massa ereditaria, bisognerà procedere alla stima dei beni e, dunque, comprendere il loro valore effettivo. Tale valutazione non potrà essere effettuata da chiunque bensì da un tecnico.
A questo punto si procede con il calcolo delle quote ereditarie. Tale calcolo deve, innanzitutto, tenere conto della tipologia di successione (testamentaria o legittima). Una volta individuata la tipologia di successione, basterà seguire le disposizioni presenti nel Codice Civile per calcolare le quote ereditarie e attribuire a ogni erede la quota spettante. Se i beni sono indivisibili è probabile che venga assegnato, in base alle preferenze dei coeredi, il bene ad uno specifico erede attraverso dei conguagli in denaro. L'accertamento del valore dei beni da parte di un tecnico serve proprio ad evitare possibili disuguaglianze in fase di assegnazione degli stessi.
Fino ad ora abbiamo descritto il funzionamento della divisione ereditaria e la differenza tra le diverse tipologie di divisioni. Non abbiamo, però, effettuato alcun distinguo, dal punto di vista procedurale, a seconda dei beni che sono coinvolti. Cominciamo innanzitutto col dire che la divisione giudiziale, cioè quella effettuata dinanzi ad un giudice, può prevedere anche l'intervento di un notaio. In particolare, è sempre il giudice ad occuparsi della verifica dei diritti dei diversi coeredi.
La seconda fase, cioè quella in cui viene definita la massa ereditaria, vengono formate le varie porzioni e viene attribuita ogni porzione ad un erede, può essere svolta sia dal giudice che da un notaio. Qualora il giudice scelga di delegare la seconda fase della divisione al notaio si parla di divisione giudiziale notarile. All'atto di stipula del verbale da parte del notaio è necessario che siano presenti tutti i coeredi. Se i coeredi non accettano la suddivisione effettuata dal notaio, quest'ultimo non avrà il potere di risolverle ma dovrà passare la palla di nuovo al giudice, il quale prenderà una decisione non prima di aver ascoltato i coeredi.
In ogni caso, il notaio deve sempre sottoporre il progetto di divisione agli eredi. Quest'ultimi non sono obbligati ad accettarlo in toto. In presenza di un accordo tra tutti i coeredi, è possibile anche apportare delle modifiche al progetto redatto dal notaio. Qualora ai coeredi spettino porzioni differenti di eredità (ad esempio 2/3 ad un erede e 1/3 ad un altro erede) sarà lo stesso notaio ad attribuire le varie porzioni per poi concludere la procedura. Se, invece, ai coeredi spetta la medesima quota ereditaria, l'attribuzione dei beni viene sancita tramite sorteggio. In quest'ultimo caso, però, serve un'ordinanza o una sentenza del giudice prima di procedere con il sorteggio.
Ricordiamo, infine, che quando tra i beni da suddividere sono presenti degli immobili, la divisione ereditaria deve necessariamente avvenire in forma scritta, attraverso un atto pubblico notarile oppure tramite una scrittura privata autenticata dal notaio.
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